Sera d’estate e frigo pieno di schifezze. Vengono a cena amici con cui abbiamo condiviso tanta gioventù, tante cene in pizzeria il sabato sera e tanti racconti.
Uno di questi parlava di un ragazzo più grande di noi che dopo la riunione al circolo andava a mangiare sempre nel solito posto (che esiste ancora anche se ha cambiato gestione molte volte) e chiedeva sempre ravioli alla vodka.
“Perché Sandro i ravioli e non le penne?” gli chiedevano e lui “Perché nelle penne c’è poca sostanza e poca massa, meglio i ravioli”.
Quando li ordinava guardava il cameriere e batteva la forchetta sul bicchiere affermando “Come il vetro li voglio” poi prendeva la formaggiera e cominciava a mangiare il parmigiano grattugiato del secolo scorso a forchettate.
Per 4 persone adulte:
- 600 grammi di ravioli (vanno bene anche quelli confezionati, anzi meglio)
- 150 grammi di pancetta affumicata
- 50 grammi di prosciutto cotto
- 250 grammi di pomodori pelati
- 1 cipolla
- mezzo bicchiere di vodka
- 200 millilitri di panna liquida
- sale
- parmigiano grattugiato
- peperoncino
Mettete la pancetta ed il prosciutto cotto tagliata a dadini in padella e a fuoco moderato fate sciogliere il suo grasso. Se non dovesse bastare il grasso per la fase successiva aggiungete una noce di burro.
Aggiungete la cipolla tagliata finemente ed il peperoncino e fate soffriggere fin quando la cipolla non sarà ben appassita e la pancetta croccante.
Alzate il fuoco al massimo e aggiungete la vodka. Appena prende calore flambate il tutto. Potete anche non lo fare e aspettare che evapori ma fiammeggiando prenderà quel sapore caratteristico.
Aggiungete i pomodori e fate andare per quindici minuti.
Aggiungete anche la panna e fate amalgamare tutti i sapori aggiustando di sale.
Saltateci i ravioli o, se volete essere più corretti da un punto di vista storico, le penne ben al dente spolverizzando di parmigiano e se volete di prezzemolo tritato.
Panna e prezzemolo sono i simboli della cucina di quegli anni.