Penso che fino a qualche anno dopo essere entrato in casa dei miei futuri suoceri le coste delle bietole fossero per me un mistero.
In casa mia si buttava tutto e si teneva solo la foglia verde e la parte terminale del gambo, quella più sottile e tenera.
Il resto finiva agli animali da cortile dell’altro mio nonno, quello che non abitava con noi.
A me, devo essere onesto, non sono piaciute mai molto con quel sapore leggermente terroso. Ho amato, e amo, molto di più spinaci e rape anche bollite e stracotte come usa dalle nostre parti.
Ecco, di la dai suoceri, si mangiava (tuttora) non solo tante bietole ma anche praticamente tutto il gambo.
Quando non le rifà in tegame mia suocera le fa così soprattutto se sono gambi grossi e carnosi. Lei frigge di tutto perché così non sbaglia nulla.
- gambi di bieta
- uova
- farina
- acqua
- sale
- olio per friggere
Non ci sono dosi. Andate un poco a caso e tutto andrà per il meglio.
Lavare i gambi ed eliminare i filamenti.
Farli in tronchetti di circa 5 centimetri.
Far bollire abbondante acqua salata e immergervi i gambi il tempo che basta per ammorbidirli senza farli diventare troppo sfatti. Pensate che dovranno cuocere ancora in frittura e rimanere croccanti.
Scolarli e raffreddarli con acqua e ghiaccio.
Quando saranno freddi tamponarli e asciugarli bene.
Fare una pastella con acqua, farina e uova e lasciarla riposare un poco in frigo. Se proprio volete usate acqua gassata.
Infarinare leggermente i gambi asciutti e passateli nella pastella.
Friggeteli fin quando non saranno dorati e serviteli asciutti, bollenti e ben salati.
I rametti di finocchio nella foto appartengono ad un’anatra cotta in forno.