C’è stato un tempo in cui io non mangiavo nulla. Un tempo che allora era bellissimo e che, rivisto oggi, continua a rimanere bello.
Probabilmente non lo era come forse non lo è questo tempo qui. Ma in un’ottica relativista, che per il mio ruolo e mestiere devo assolutamente avere, mi è impossibile farne una palla e gettarlo nel cestino.
Prima che arrivassero i locali cinesi, ma quante volte li cito, e ci piazzassero i germogli nei piatti nessuno ne mangiava qui dove vivo. Forse qualche soggetto già fortemente vegano o seguace di Nyoiti Sakurazawa ma dubito che ve ne fossero molti.
Oggi i germogli si trovano ovunque. Anche mio padre quasi settantacinquenne li ha piantati a casa sua e ne va ghiotto. Ha costruito un accrocchio in metallo sul quale, dentro cassette di legno, coltiva germogli di qualunque cosa.
Quelli di soia li compro al supermercato.
- 1 confezione di germogli di soia
- 1 grosso spicchio d’aglio (grosso o piccolo è questione di gusti)
- 2 centimetri di ginger grattugiato
- 2 cucchiaio di salsa di pesce
- 4 cucchiai di salsa di soia
- 2 cucchiai di olio
- mezzo cucchiaino di zucchero
Mettere l’olio a scaldare in una padella. Prendetene una bombata e con il fondo spesso e piccolo.
Aggiungete l’aglio tritato finissimo ed il ginger grattugiato e, a fuoco alto, cercate di arrivare il più possibile a sentire l’odore di aglio ben tostato ma facendo attenzione a non bruciarlo.
A questo punto, velocissimi, aggiungete i germogli lavati e ben sgocciolati e saltate con energia in modo da far rimanere il trito iniziale il meno possibile a contatto con il fuoco.
Appena cominciano a tirare fuori la loro acqua aggiungete lo zucchero e le salse di pesce e di soia.
Saltate per pochi minuti e mettete i germogli in un piatto sgocciolandoli dall’eccesso di salse. Se volete il liquido che rimane in padella servitelo in una ciotola con un cucchiaino in modo che i commensali possano aggiungerne a piacere.