In una calda sera d’estate organizzammo, molti anni fa, una cena tra amici aperta anche ad altri. Dei pochi soldi che avevamo la maggior parte se ne andò per l’affitto di un casolare con griglia all’aperto e camere in abbondanza per chi volesse restare a dormire.
Poca carne, da poco, da cuocere sul fuoco e panzanella per tutti – quella si abbondante – il resto tutto speso in vino della cantina sociale acido e verde.
Eravamo in molti ad essere fidanzati e altri approfittarono per invitare le ragazze ed i ragazzi di cui erano invaghiti. Alcuni riuscirono a finalizzare.
Una cara amica scomparve con un ragazzo per un poco di tempo e quando tornò mi disse che, nonostante la cipolla della panzanella avesse lasciato abbondante aroma nelle loro bocche, i baci furono bellissimi.
Quindi in barba alle “fiatelle” e dando lustro al desiderio e alla passione questa ricetta ripresa dal libro “La cucina di mia madre” di Joan Roca. Per 4 persone:
- 1,5 litri di brodo vegetale (io di carne che avevo quello di mia suocera da utilizzare)
- 6 spicchi d’aglio (ma mettetene quanto volete)
- 2 cucchiai di olio d’oliva
- 250 grammi di pane vecchio
- 2 o 3 uova
- sale e pepe
Tagliare l’aglio a fette sottili e gettarlo in pentola con il brodo e l’olio.
Accendere il fuoco e farlo bollire 4 o 5 minuti da quando prende il bollore.
Unire il pane spezzettato e con la frusta fatelo sciogliere completamente.
Due minuti prima di spegnere, con il fuoco al minimo, aggiungere le uova sbattute e sempre con la frusta girare con vigore facendo in modo che l’uovo non stracci e resti cremoso.
Prima di servire un nuovo filo di olio (e peperoncino per chi vuole) e regolare di sale e pepe.