Il cibo da strada è qualcosa di cui, in molte parti della nostra penisola, si è perso memoria. Le uniche cose che si possono trovare con una certa sicurezza, purtroppo, sono le solite pizzette al taglio standardizzate, hot dog fradici, hamburger rattrappiti, patatine fritte unte e bisunte, kebab gemelli che vivono in locali diversi.
Rarissimi, nella mia zona, sono diventati i lambredottari, i trippai. Introvabili gli altri che, inoltre, non saprei cosa possano vendere. Ma questa è una mia mancanza.
Girando il mondo però ci si accorge che il cibo da strada è qualcosa di vivo, di variegato e di estrema piacevolezza.
Perché è giusto quando siamo in giro, almeno per chi non può permettersi di restare in un posto per tre o quattro mesi, provare quanto più ci è possibile. E per entrare in contatto con gli altri modi di vedere il mondo il cibo è uno dei modi più diretti e per me affascinanti.
Però diciamolo chiaramente che la Lonely sta al viaggio come Google sta a internet. Che ci si sbatte contro, che si vanno a vedere posti magnifici e deserti, deserti quando la guida è stata scritta, e tutte le migliaia di persone che incontriamo li hanno in mano la Lonely. In tutte le lingue del mondo.
Ma è ottima da avere dietro e anche in questo caso ha prodotto un ottimo libro. Cento cibi di strada, salati e dolci, raccontati e con la ricetta spiegata per filo e per segno. Troverete bamboo rice, ćevapčići, currywurst, balik ekmek, pastel de Belém, spring roll con schede dettagliate e interessanti.
In fondo al libro un breve prontuario che spiega cosa sono i tanti ingredienti che non abbiamo mai sentito e, nel caso sia possibile, con cosa sostituirli.
Street Food
Il cibo di strada migliore del mondo. Dove trovarlo, come farlo
Edt, 2012
ISBN: 978-88-6639-795-3