Crostini di gamberi

Il crostino a me è sempre piaciuto. I crostini rossi su tutti e quelli neri di fegatini e milza poi. Mi piacciono come mi piacciono tutte le vivande offerte in piccole porzioni. L’idea delle tapas, dei cicheti.

Mangiare con le mani e pulirsi le dita dopo ogni boccone. Forse è anche per questo che mi piaceva molto l’idea dell’omaggio di cuciana e dell’insalata di Lopriore; ma queste sono divagazioni dettate dalla memoria e dalla tristezza.

Basta tristezza; nell’empireo dei miei crostini esteri preferiti, assaporati sulle unte tavole dei ristoranti cinesi nostrani, ci sono i crostini di gamberetti. Li ho improvvisati qualche sera fa per alcuni amici invitati a cena.

Improvvisati perché rimediati con quello che avevo in casa e inoltre, volendo evitare di friggere, li ho cotti in forno. Il risultato è stato interessante: altrettanto gustoso ma molto più leggero.

Crostini di gamberi

Per svariati crostini:

  • 300 grammi di gamberetti
  • 2 cucchiai di salsa di soia
  • 1 spicchio di aglio privato dell’anima e tritato finemente
  • 1 cucchiaino di zenzero grattugiato
  • 1/2 cucchiaino di olio di sesamo
  • 1/2 cucchiaino di salsa di pesce
  • 1/2 cucchiaino di zucchero
  • 1 chiara d’uovo
  • Semi di sesamo
  • Pane

Pulire i gamberetti e frullarli velocemente. Non fatene una poltiglia ma evitate di avere dei pezzi troppo grossi.

In una ciotola amalgamarli a tutti gli altri ingredienti escluso il pane e i semi di sesamo, coprire con la pellicola e riporre in frigo.

Tagliare il pane in fette alte poco meno di un centimetro, privarle della crosta e tagliarle in pezzi più o meno regolari. Ungerle e salarle leggermente e grigliarle sotto il grill fino a quando non saranno croccanti sopra ma morbide.

Spalmare uno strato di gamberi di circa mezzo centimetro e intingerle nei semi di sesamo, spennellare con un poco di olio.

Cuocerli in forno per qualche minuto non aspettandosi che diventino colorati come quelli fritti.

Servire con un’insalata fresca e salsa agrodolce, la stessa che trovate qui ma colorata con due cucchiai di pomodoro e legata con poca – pochissima – maizena (viene fuori la stessa del ristorante cinese).

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