La Francia rappresenta per me la meta sicura. Quella dove, quando non sai che fare d’estate, ti accoglie e, nonostante i caselli autostradali di cui ancora non ho capito la logica, ti fa stare bene.
I francesi mi piacciono, mi entusiasma il loro modo di fare e di offrire quello che hanno come se fosse un piccolo gioiello. Mi piacciono i piatti unici e l’idea che se sei in una regione bevi quasi esclusivamente il vino di quella regione.
Per questo però mi arrabbio anche, non c’è quasi modo di bere pinot nero se sei nel Bordeaux e viceversa. Quasi come in Piemonte dove praticamente si bevono solo i loro o lo champagne.
La Francia è verde e piena di fiumi. Ti da la certezza di quello che troverai, sai dove incontrerai il fegato grasso e dove le noci, dove carni di vitello favolose e dove l’agnello.
Anno scorso abbiamo raggiunto Grand Piquey, nella baia di Arcachon, per andare a trovare degli amici.
Sono paesi di pescatori, erano paesi di pescatori, adesso coltivano ostriche lungo tutta la costa che guarda verso la duna del Pyla.
I prezzi per alloggiare, a meno che voi non vogliate dormire nell’enorme campeggio, non sono economici. Anzi i ricarichi sono importanti su tutto, le enoteche sono ben fornite ma i prezzi sono elevati, come se compraste vino francese da noi e hanno aperto moltissimi negozi e locali, maestri gelatai e grandi distribuzioni.
Certo è facile anche cavarsela con poco sfruttando proprio questi ultimi e accontentandosi, per le cene fuori, di enormi piatti di ostriche e vino bianco o piatti con frutti di mare di vario genere. Io però non mi salvo, a me le ostriche o me le cuocete o mi danno il voltastomaco, mia moglie si invece. Lei potrebbe vivere a ostriche se ce lo potessimo permettere qui in Italia. Ma ad Grand Piquey le ostriche costano poco.
Gli ostricai, a Grand Piquey, occupano la spiaggia li dove finisce e iniziano le case dei villeggianti. Sono sei o sette che allevano e offrono. Non vi fate trarre in inganno che le ostriche son tutte uguali, il vino pure e l’unica cosa che cambia è l’apparecchiatura e la socievolezza di chi ospita.
I prezzi sono allucinanti, in Italia pagate 3,5 euro al pezzo, li con 11 massimo 15 euro ne mangiate una dozzina, vi danno il vino e il pane. Se poi le portate a casa e ve le aprite da soli con 12 euro ci sfamate tutta la famiglia.
Troverete poco altro in questi posti. Qualche frutto di mare e qualche crostaceo sbollentato. Limone, pane e burro. Pepe. Sono tenuti sotto controllo dai ristoratori e se vengono scoperti a somministrare altro rischiano multe altissime o la chiusura della rivendita.
L’unica cosa a cui dovete fare attenzione è all’enorme quantità di gusci vuoti inseparabili oramai dalla sabbia. Fanno malissimo. Però al tramonto, o a merenda, è molto piacevole godersi la Duna del Pyla davanti e alle spalle sapere che ci sono le enormi spiagge dell’Atlantico.
Se poi siete come me e, come vi ho detto, le ostriche non vi piacciono cercate di andare altrove. Oppure passate per il Perigord, a Nerac per esempio e fate scorta di prodotti tratti dal maiale palmato.