Il salotto buono, quello che tutt’ora in molte case è considerato il luogo del ricevimento e dell’accoglienza, a casa di mia nonna era un luogo misterioso e vietatissimo.
La porta perennemente chiusa nascondeva misteri, foto dei bisnonni, la sciabola di mio nonno soldato e quella di mio zio ufficiale d’areonautica. Mobili con vetrinette che contenevano inutili tazzine e piatti eccessivamente elaborati. Un arazzo fatto all’uncinetto da mia nonna e inquadrato in un enorme cornice dorata. Gli album di famiglia con le povere foto di contadini mal vestiti e bruciati dal sole, schiere di figli alle spalle di genitori piegati dagli anni. Mia madre alla mia età e vestita da bomboniera per la comunione.
Il tavolo poteva tenere anche dieci persone nei giorni di festa e in un angolo entrava un tavolino da sei in cui venivamo stipati noi bambini generalmente in sovrannumero.
Adesso la nonna è troppo vecchia per organizzare pranzi nei giorni di festa e va a casa da mia madre. Preparava sempre un tipo di crostini che a me piacevano per quell’arcana capacità di contenere la salsa. Per il fatto che dovevi ficcarteli tutti in bocca per evitarne il disfacimento.
- 1 filone di pane (o una baguette)
- 2 scatolette di tonno sottolio da 25o grammi
- 3/4 cucchiai di maionese
- 100 grammi di burro
- 2/3 cucchiai di capperi dissalati
- 3/4 cucchiai di sottaceti misti sciacquati
Mettere ad ammorbidire il burro. Svuotare il filone. Mia nonna era più raffinata di me, tagliava una punta al filoncino e con un coltello lo svuotava. Io molto più barbaro ho diviso a metà ed eliminato la mollica.
Frullare tutti gli ingredienti, tranne i sottaceti, assieme al burro ammorbidito.
Tritare al coltello i sottaceti e aggiungerli al composto di tonno.
Riempire il filone ed avvolgerlo stretto nella carta stagnola come se fosse una caramella.
Metterlo in frigo per 3 o 4 ore ed estrarlo un’ora prima di servirlo facendo attenzione che sia ancora abbastanza freddo da poter essere affettato.